
Zirconia su zirconia: il caso clinico
Realizzato da Odt. Marco Stoppaccioli
Nella società di oggi, a causa della più lunga aspettativa di vita e di una più diffusa e più responsabile attenzione per il nostro corpo, abbiamo sviluppato una maggiore sensibilità rispetto al benessere personale. Di conseguenza, molti pazienti già portatori di protesi totali mobili ci chiedono di sostituirle con protesi fisse ricorrendo all’implantologia, in quanto soluzione più valida ed efficace per questa loro esigenza.
La domanda di trattamenti implantari è cresciuta in misura significativa nel corso dell’ultimo decennio, soprattutto da parte di pazienti che utilizzano da tempo protesi totali, a volte causa di riassorbimenti ossei anche considerevoli, ma che tuttavia esitano a sottoporsi a impegnativi interventi di rigenerazione (Foto 1).
Questo genere di riabilitazioni richiede grande impegno e competenza professionale, in quanto comporta necessità di ripristinare una complessa serie di parametri estetico-funzionali andati perduti. A questo scopo sono stati sviluppati prodotti innovativi, non soltanto dal punto di vista del restauro degli elementi dentali, ma anche per quanto concerne gli aspetti ortopedici della procedura.
Foto 1: Modelli della situazione dell’arcata superiore e di quella inferiore.
Inizialmente, le riabilitazioni dento-scheletriche prevedevano l’uso esclusivo di perni in metallo abbinati a resine acriliche.
Nel corso degli ultimi decenni, abbiamo assistito a un’evoluzione delle tecniche chirurgiche e dei materiali utilizzati, tra i quali la zirconia2 ha svolto un ruolo importante e fortemente innovativo. Il principale motivo del successo della zirconia è da attribuirsi alla possibilità di utilizzarla in modo anatomico, attraverso un protocollo semplice ed efficace, grazie alla tecnologia CAD/CAM.
La zirconia, creata per essere rivestita di ceramica, ha subito nel tempo una profonda evoluzione: da materiale destinato esclusivamente alle strutture, molto resistente ma con scarse qualità estetiche, è divenuta un materiale per restauri anatomici, fino a rappresentare una vera e propria alternativa ai restauri stratificati. Grazie alle attività di ricerca e innovazione del settore dentale, che hanno portato all’ottimizzazione dei parametri chimico-fisici3, disponiamo oggi di un’ampia varietà di prodotti, tra cui la zirconia multistrato.
In termini più analitici, la zirconia multistrato offre una validissima risposta al problema della traslucenza, una proprietà che è inversamente proporzionale alla resistenza alla flessione. Sul mercato, la resistenza alla flessione di questa classe di materiali può variare tra 550MPa e 1200MPa. Questa caratteristica della zirconia ne determina anche la gamma di indicazioni, in funzione del contenuto di ossido di ittrio, che agisce da stabilizzatore.
Per le riabilitazioni dento-scheletriche, il protocollo prevede l’utilizzo di zirconia monolitica multistrato, caratterizzata da ottime proprietà di resistenza alla flessione ma con un livello di traslucenza più basso, il che rappresenta il suo limite dal punto di vista estetico. D’altro canto, l’uso della zirconia multistrato a traslucenza elevata, data la sua mancanza di resistenza alla flessione, non è un’alternativa proponibile, malgrado risponda in pieno ai requisiti di naturalezza estetica.
A tutt’oggi, si può affermare che non esiste una zirconia che offra proprietà meccaniche elevate unitamente a un alto livello di traslucenza, entrambi aspetti fondamentali per il successo del restauro.
In considerazione di questi fattori, è nata l’idea di creare un protocollo sperimentale innovativo, in grado di supportare, da un lato, la capacità dei sistemi CAD/CAM di copiare con la massima precisione un progetto o, meglio ancora, un impianto provvisorio funzionalizzato, e dall’altro lato, di associare l’uso di due zirconie aventi caratteristiche diverse: una zirconia bianca, estremamente resistente, da 1125 MPa (KATANA Zirconia HT Kuraray Noritake), e una zirconia multistrato super-traslucente, da 750 MPa (KATANA Zirconia STML Kuraray Noritake).
Protocollo operativo
Nelle riabilitazioni dento-scheletriche, il successo dipende dalla precisione della diagnosi clinica, finalizzata al restauro funzionale ed estetico del caso. Compito fondamentale dell’odontotecnico è tradurre queste informazioni attraverso la ceratura diagnostica, sia di tipo analogico che digitale.
Foto 2: Ceratura diagnostica digitale.
Foto 3: Ceratura diagnostica analogica.
Grazie alla digitalizzazione, con una stampante 3D è possibile realizzare la ceratura in modo veloce ed economico, con un prototipo che consente al clinico di eseguire una prova iniziale nel cavo orale del paziente.
Foto 4: Dalla progettazione al prototipo in 3D.
Una volta certificata l’adeguatezza del prototipo in esame, la fase successiva consiste nella costruzione dell’impianto provvisorio che, una volta posizionato nel cavo orale per un periodo di tempo predeterminato, fornirà tutte le informazioni essenziali dal punto di vista dell’occlusione, in condizioni sia statiche che dinamiche.
Il primo punto di forza di questo protocollo è l’acquisizione di tutte le informazioni riguardanti l’impianto provvisorio e il loro trasferimento al manufatto definitivo tramite i sistemi digitali. In altre parole, è lo stesso impianto provvisorio che diviene il progetto del manufatto definitivo.
Foto 5: Risultato provvisorio di un progetto analogico.
Foto 6: Acquisizione delle informazioni relative alle arcate provvisorie da reinserire nei modelli.
Procedura finale: fasi chirurgiche
Una volta acquisite le scansioni dell’impianto provvisorio fornite dalla piattaforma digitale, viene generato il modello della struttura attraverso la riduzione del file dell’impianto provvisorio. La struttura sarà realizzata in zirconia bianca KATANA Zirconia HT (Kuraray Noritake Dental Inc.) con una resistenza alla flessione di 1125 MPa. La scelta è determinata dal livello di durezza del materiale e dall’efficacia della risposta estetico-cromatica sul rivestimento di ceramica rosa.
Foto 7: Struttura.
Foto 8: Struttura in ceramica bianca, 1125 MPa (KATANA HT).
Una volta generato il file strutturale, toccherà al software di modellazione creare gli elementi anatomici, suddivisi per quadranti.
Foto 9: File suddiviso in tre segmenti.
Il materiale scelto è la zirconia multistrato KATANA Zirconia STML di Kuraray Noritake Dental Inc., con 750 MPa di resistenza alla flessione e livello di traslucenza elevato. KATANA Zirconia STML offre un equilibrio ottimizzato tra proprietà ottiche e meccaniche.
La scelta dell’autore di dividere i componenti anatomici in tre segmenti risponde a un duplice obiettivo: il primo è quello di consentire una fresatura più accurata, il secondo quello di ridurre il più possibile lo spreco di zirconia.
Foto 10: I tre segmenti dopo la sinterizzazione.
Una volta ottenute le strutture e prima del loro assemblaggio, le parti anatomiche vengono rifinite e lucidate, sottoponendo a sabbiatura soltanto le aree escluse dalle parti funzionali. E’ necessario prestare particolare attenzione alla texturizzazione dei settori anteriori5, con taglienti, dischi e gommini dedicati. Le superfici che rimangono lucide offrono un coefficiente di abrasione più basso rispetto ai denti naturali6. Infatti, l’abrasività dipende dalla regolarità della superficie. La zirconia lucidata presenta coefficienti di abrasione più bassi rispetto al disilicato di litio e alla ceramica stratificata7.
L’adesione tra i componenti in zirconia anatomici e quelli strutturali viene ottenuta mediante fusione, utilizzando ceramica Noritake Cerabien ZR Low Fusion.
Foto 11: Unione tra componenti anatomiche e struttura
Una volta ottenuta l’adesione tra componenti in zirconia, la prima fase analogica consiste nella creazione degli elementi gengivali, mediante masse gengivali rosa dedicate, a temperatura elevata, pari a 940 C° (CZR Tissue Kuraray Noritake Dental Inc.). L’autore ha scelto tre masse gengivali per riprodurre le parti cheratinizzate e vascolarizzate8 caratteristiche del tessuto gengivale naturale.
Foto 12: Ceramica utilizzata: CZR Tissue porcelain.
Foto 13: Applicazione di CZR Tissue porcelain
Una volta finalizzate le parti gengivali, segue la colorazione delle componenti anatomiche, mediante colori dedicati a bassa temperatura (CZR FC Paste Stain, Kuraray Noritake Dental Inc.) che, insieme all’alto grado di traslucenza della zirconia anatomica, garantiscono ottimi risultati estetici.
Con i colori grigio, blu e nero, è possibile conferire un elevato livello di traslucenza ai margini incisali. Con le tonalità calde, come l’arancio e il giallo, si evidenziano le aree di transizione delle corone anatomiche, mentre con qualche macchia di colore più intensa è possibile caratterizzare e personalizzare gli elementi dentali.
Foto 14: Colori utilizzati: CZR FC Paste Stain.
La bassa temperatura di cottura di CZR FC Paste Stain garantisce la non alterazione della componente gengivale. La fase finale consiste nella glasura delle parti sabbiate.
Foto 15: Situazione finale.
Foto 16: Vista occlusale.
Conclusione
Resistenza delle riabilitazioni dento-scheletriche realizzate in zirconia monolitica, un materiale stabile, affidabile ed estremamente biocompatibile, grazie alla possibilità di utilizzare la tecnologia CAD/CAM per realizzare una copia esatta del caso clinico o, meglio ancora, di un impianto provvisorio funzionalizzato.
Foto 17: Abbinamento con la ceratura diagnostica.
La zirconia da 1125 MPa, per quanto rappresenti la scelta ideale per questa tipologia di protesi, non offre la qualità estetica desiderata. Tuttavia, abbinando tra loro due zirconie diverse, una estremamente resistente e l’altra con elevate proprietà estetiche, si riesce a soddisfare pienamente tale requisito.
Foto 18 e 19: Situazione intraorale.
BIBLIOGRAFIA:
1) Matteo Chiapasco, Eugenio Romeo La riabilitazione implantoprotesica nei casi compless, UTET S.p.A. 2003 Unione Tipografico-Editrice Torinese.
2) Piconi C. ,Rimondini L. ,Cerroni L. , La zirconia in odontoiatria, Masson, 2008.
3) Stawarczyk B., Ozcan M., Hallmann L., Ender A., Mehl A., Hammerle CH., Effect of zirconia sintering temperature on flexural strengh, grain size and contrast ratio. Clin oral investig, 2013.
5) Shigeo Kataoka, Yoshimi Nishimura , Morfologia naturale dei denti, Edizione internazionale Milano 2003
La riabilitazione implantoprotesica nei casi compless.
6) Oh W., Delong R., Anusavice K., Factors affecting enamel and ceramic wear: A literature review. J Prosthet Dent 2002.
7) Preis V., Bher M., Kolbeck C., Hahnel S., Handel G., Rosentritt M., Wear performance of substructure ceramics and veneering porcelains, Dent Mater, 2011.
8) Rutten L. & P., L’estetica su impianti, editrice MEA, 1999.
Grazie a: Dr. Fortunato Alfonsi, Odt. Raoul Pietropaolo.
- 21 mag 2021